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I dati aggiornati del rapporto 2007 sull’epidemia di Aids, presentati dall’ Unaids e dall'Oms, stimano in oltre 33 milioni le persone che nel mondo sono affette dal virus Hiv, in 2,5 milioni le nuove infezioni e in 2,1 milioni i decessi per Aids.

Il 95 per cento delle persone Hiv-positive vivono nei Paesi poveri e in via di sviluppo e fra costoro almeno 6,5 milioni necessiterebbero di una terapia antiretrovirale che attualmente è invece disponibile per meno del 25 per cento. La maggioranza di queste persone ha però accesso solo ai farmaci di prima linea; se il loro organismo sviluppasse delle resistenze (come spesso accade), anche costoro perderebbero la possibilità di curarsi: la seconda linea terapeutica può infatti raggiungere costi 50 volte superiori ai prezzi dei generici.

Tale drammatico incremento è causato dai Trips, gli accordi sulla proprietà intellettuale dell'Organizzazione mondiale del commercio (Omc/Wto), che garantiscono vent'anni di monopolio alle aziende farmaceutiche detentrici di brevetto. Le multinazionali determinano i prezzi di vendita, negando di fatto l'accesso a milioni di persone nel Sud del mondo e provocando un aumento impressionante della spesa farmaceutica anche nei Paesi occidentali.

Sei anni fa, a Doha, i membri del Wto firmarono un accordo che avrebbe dovuto modificare la situazione, garantendo la possibilità di importare medicinali generici da parte di quei Paesi senza capacità produttiva e in crisi sanitaria. Ma ciò rimase una mera una dichiarazione formale: ad oggi infatti nemmeno una compressa è stata esportata dagli Stati produttori verso i Paesi potenziali importatori. L'emendamento all'accordo Trips che l’Unione Europea ha recentemente recepito (nonostante una prolungata resistenza da parte del Parlamento europeo) ignora il fatto che non vi sono prove dell'efficacia di tale decisione.

L'unica soluzione sarebbe la revisione completa degli accordi Trips, che consenta la creazione di un mercato internazionale di medicinali generici e garantisca un equo bilanciamento tra la tutela degli interessi aziendali e il diritto alla cura, nel Nord come nel Sud del mondo. Ma nonostante le molte prese di posizione in tal senso, i governi dei Paesi ricchi appaiono sempre più sensibili all'azione lobbistica di «Big Pharma», la potente federazione di industrie farmaceutiche Usa (che vanta tra i suoi aderenti anche le sussidiarie delle maggiori case farmaceutiche europee come GlaxoSmithKline, Sanofi-Aventis e Bayer) piuttosto che alle richieste della società civile.

Con l’aggravante che anche le donazioni al Fondo Globale per la lotta all’AIDS, tbc e malaria, indicato come lo strumento principe delle Nazioni Unite per raggiungere l’obiettivo 6 del millennio cioè arrestare e invertire le curve di infezione entro il 2015, sono cronicamente sottodimensionate rispetto alle esigenze di una efficace lotta alle tre pandemie.





Di seguito una selezione di materiali di approfondimento (in ordine cronologico):

 








Lavori in corso, Europa in movimento n. 68


Left n.2, articolo di Ludovica Jona





Uè l'Europa rivista - inserto di Liberazione






Fastweb magazine, reportage di Federica De Maria (ha collaborato Emilio Targia)






Lavori in corso - Europa in movimento n.52


By David Cronin for Intellectual Property Watch



Bollettino dell'associazione Nova - Nuovi orizzonti per vivere l'adozione



il manifesto, pag.2 - l'intervento


La Boehringer-Ingelheim ha fatto sapere che rinuncerà al suo brevetto sul farmaco anti Hiv nevirapina. Una scelta in verità propagandistica...


Lavori in corso - Europa in movimento n.44


Uè  l'Europa rivista - inserto di Liberazione, articolo di Fabiano Cesaroni


Lavori in corso - Europa in movimento n.39