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Salviamo la “farmacia” dei paesi poveri



Lavori in corso - Europa in movimento n.39

Anche il Parlamento Europeo punta il dito contro Novartis, la compagnia farmaceutica svizzera che ha fatto causa all’India, “rea” di produrre farmaci generici a costi accessibili per i popoli del sud del mondo. Nel caso il governo asiatico perdesse il processo, a milioni di pazienti sarebbe negato l’accesso a trattamenti vitali. Ecco perché, a pochi giorni dal verdetto definitivo, dobbiamo tutti far sentire la nostra voce.

Conto alla rovescia per il diritto all’accesso ai farmaci di milioni di persone. Tra pochi giorni, fra la fine di marzo e l’inizio del mese di aprile 2007, il tribunale di Chennai, in India, dovrà infatti pronunciare la sentenza definitiva sulla causa intentata da Novartis contro il governo indiano.
L’oggetto del contendere vi sarà probabilmente noto: la compagnia svizzera ritiene incostituzionale la legge indiana che riconosce i brevetti delle aziende farmaceutiche in prosecuzione solo in caso di miglioramenti significativi. Detto ancora più semplicemente, solo i farmaci realmente nuovi o innovativi possono essere brevettati. In caso contrario, giustamente, l’India fa scadere il brevetto sul dato farmaco, come tra l’altro prevedono le regole sancite dall’Organizzazione mondiale del commercio. E permette dunque la produzione di farmaci generici dai costi contenuti, accessibili per milioni di pazienti dei paesi poveri che attualmente si riforniscono proprio dall’India per curare i propri cittadini. Tanto che questo stato è soprannominato «la farmacia dei paesi poveri».
Medici senza frontiere, che acquista più di un quarto dei medicinali di cui necessita dall’India, ha lanciato da tempo una raccolta di firme per chiedere a Novartis di rinunciare all’azione giudiziaria contro il governo indiano. Accanto alla Ong 350mila tra attivisti, intellettuali e cittadini che hanno a cuore il diritto alla salute a livello globale.
Anche il Parlamento Europeo, più di una volta, si è espresso a favore dell’India. Pochi giorni fa ho firmato, insieme ad altri eurodeputati, una lettera indirizzata al Primo Ministro, al governo e al parlamento indiani, nella quale esprimiamo grave preoccupazione riguardo all’azione di Novartis. Riteniamo che l’India, con la legge sui brevetti farmaceutici, abbia solo interpretato ed implementato gli accordi Trips (gli accordi dell’Organizzazione mondiale sul commercio in materia di proprietà intellettuale, ndr) in modo da garantire il proprio diritto a proteggere la salute pubblica  e la promozione dell’accesso ai farmaci. La Dichiarazione di Doha, su Trips e salute pubblica, firmata nel 2001 da tutti i membri del Wto, esplicitava proprio tale priorità.
A settembre del 2005, la stessa assemblea di Strasburgo ha adottato anche una risoluzione nella quale si sottolineava il ruolo cruciale dell’India nel fornire medicine ai paesi in via di sviluppo. 
Il timore riguarda anche circa 10mila brevetti farmaceutici, inclusi quelli di medicinali contro l’AIDS e altri farmaci essenziali, che stanno per essere esaminati dall’Ufficio brevetti indiano.  La possibilità o meno di produrli in India, a costi ridotti, dipenderà dall’esito del processo Novartis. Se il governo dovesse essere obbligato a tutelare maggiormente i brevetti delle case farmaceutiche, allora i produttori indiani di medicinali generici sarebbero meno incentivati a produrre e vendere i farmaci a costi accessibili sui mercati più poveri.
Per maggiori informazioni, e per firmare la petizione, vi consiglio di visitare il sito www.msf.it.






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