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Mehdi Zana e Abdullah Ocalan



Lavori in corso - Europa in movimento n.38

Lunedì 5 febbraio si è svolta la prima fase del processo contro Mehdi Zana, attivista curdo, ex sindaco di Diyarbakir, marito di Leyla, accusato dal governo turco di aver violato il famigerato articolo 301 del codice penale, sull’”oltraggio all’identità turca”. Pochi giorni dopo la notizia di un probabile avvelenamento ai danni di Ocalan, nelle prigioni turche. Quando finirà la persecuzione del popolo curdo e dei suoi leader da parte del governo di Ankara?

Da aprile 2006 Mehdi Zana non può lasciare la Turchia, nonostante sia in possesso di un passaporto svedese. Il governo turco gli impedisce, tra l’altro, di partecipare allo spettacolo di teatro reportage «Rifùgià-ti», a cura di Annet Henneman. Si tratta di un progetto del quale faccio parte, con altri nove parlamentari, attori e rifugiati, in cui Mehdi racconta la sua storia personale e con questa la storia del popolo curdo. Lo abbiamo presentato in varie città italiane ed europee. Annet ci ha informati che in occasione della replica romana erano presenti alcuni giornalisti turchi che hanno scritto articoli negativi sul contributo di Mehdi alla narrazione. Perché? Mehdi offenderebbe lo stato turco parlando dei curdi e del loro dramma.
Non potendo più viaggiare, è stata la regista dello spettacolo, Annet, ad andare a Diyarbakir per filmare Mehdi, in modo che - come spiega Annet - «potrà essere presente almeno con la sua immagine e la sua voce al Parlamento europeo di Bruxelles, quando, il 6 giugno 2007, presenteremo anche in quella sede «Rifùgià-ti».
In Turchia, la regista ha potuto verificare che la condizione di Mehdi è leggermente migliorata. Adesso infatti può lavorare, e potrebbe anche coprire cariche politiche pubbliche. Ma il compagno di Leyla Zana ha scelto di dedicarsi totalmente alla causa curda: tramite la sua organizzazione, Ombrello dell’amore, sta lavorando al progetto di una struttura per ragazzi orfani, senza tetto e per avviare una sartoria, che darà lavoro a decine di persone. Ma lo scenario in cui vive, a Diyarbakir, come saprete, è comunque molto difficile. Nonostante questo, nonostante soprattutto le torture subite, gli abusi, il carcere e la persecuzione, Mehdi Zana in tribunale ha ringraziato per le violenze di cui è stato vittima, per il fascismo turco, perché anche grazie a questo la questione curda è cresciuta, l’opinione pubblica ha saputo e si è mobilitata dalla parte di questo popolo .
A pochi giorni dalla nota di Annet di ritorno da Diyarbakir, un’altra notizia: stanno  avvelenando Ocalan. E` stata rilevata una presenza eccessiva di alcune sostanze chimiche, in particolare cromo e stronzio, nel suo organismo. Secondo l'analisi del Policlinico Universitario di Roma la presenza di tali agenti chimici può determinare effetti deleteri sulla salute, tra i quali l'indebolimento del sistema immunitario, danni a fegato e polmoni, alterazione del materiale genetico, cancro ai polmoni e, più in generale, una degenerazione neuronale irreversibile. Subito al Parlamento europeo, insieme ai colleghi di Rifondazione, abbiamo presentato un’interrogazione. Nella quale chiediamo che si crei una «commissione internazionale di inchiesta per verificare lo stato di salute di Ocalan e per indagare sulle origini del suo attuale stato» e che la Commissione condanni «il fatto che Ocalan non possa incontrare liberamente i suoi avvocati, né tanto meno la sua famiglia».
Due grandi uomini, Mehdi Zana e Abdullah Ocalan, per i quali vale la pena di lottare: le loro vicende personali, le vicende di due leader del popolo curdo, dimostrano che la questione curda è purtroppo, ancora, un dramma non concluso.






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