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Ocalan, una scelta utile e coraggiosa



il manifesto

La scelta di pubblicare l'articolo di Ocalan è stata da parte de il manifesto un atto di coraggio e di realismo politico. Coraggio politico perché erano ampiamente prevedibili le critiche che sarebbero piovute contro il nostro giornale; realismo politico perché è chiaro, a tutti coloro che seguono le vicende del popolo curdo che qualunque progetto di pace in Turchia non può prescindere dal coinvolgimento dello stesso Ocalan. A prescindere da quello che può essere il giudizio sulla pratica del Pkk.
E' vero che il Pkk è ancora nella lista dei gruppi terroristi compilata dall'Unione Europea, istituita su precisa richiesta dell'amministrazione USA, ma, ciò nonostante, il Parlamento europeo, già nel 2006, non ebbe esitazione ad inserire in una risoluzione un mio emendamento che conteneva un esplicito appello al Pkk, individuandolo quindi come interlocutore, per un cessate il fuoco; nella stessa risoluzione si chiedeva al governo turco di aprire un confronto con il partito curdo (legale) il Dtp, Democratic Society Party.
Il Pkk accettò la tregua, ma Ankara non avviò alcun confronto con il Dtp; nella risoluzione successiva Bruxelles condannò la mancata volontà turca di cercare una soluzione pacifica. Strada questa che resta l'unica percorribile, infatti se non vi è alcuna possibilità da parte del Pkk di raggiungere un successo militare, non vi è nemmeno alcuna realistica possibilità per il governo turco di risolvere la questione attraverso la repressione, a meno di ricorrere a massacri di massa, destinati, tra l'altro, a chiudere qualunque confronto per l'entrata della Turchia in Europa.In questa situazione di stallo il ruolo del Dtp è fondamentale per la sua capacità di rappresentare la popolazione curda, come mostra l'ampio successo ottenuto alle ultime amministrative nelle quali ha eletto propri sindaci in diverse città.
Il Dtp per dare un forte segnale di disponibilità dopo le ultime elezioni politiche ha scelto perfino di rimanere in parlamento con i suoi eletti quando fu necessario per non far mancare il numero legale per l'elezione alla presidenza della repubblica di Abdullah Gül - esponente di primo piano del partito Akp al governo - e fortemente osteggiato dai militari e dal partito di opposizione Chp ad essi contiguo. Ciò nonostante non solo nei mesi successivi non vi è stato alcun passo diplomatico da parte del governo, ma la Corte costituzionale, lo scorso 10 dicembre ha messo al bando il Dtp al quale tra l'altro fa riferimento anche Leyla Zana che qualche anno fa è stata insignita del premio Sacharow dal'UE.
Il leader del Dtp, Ahmed Turk e altri 37 dirigenti del partito, tra i quali alcuni dei 21 parlamentari eletti, hanno ricevuto l'interdizione dall'attività politica in quanto rappresenterebbero una minaccia all'unità nazionale. Di fronte a questa stretta autoritaria numerose manifestazioni di protesta si sono svolte in tutto il Paese. Sono molti nelle istituzioni europee ha ritenere che «la Turchia ha in tal modo eliminato un interlocutore legittimo nei negoziati con il popolo curdo», cancellando nuovamente la possibilità di una soluzione pacifica.
Non è un caso che tale decisione sia giunta a poche settimane dalla presentazione, proprio da parte di Ocalan, di un progetto per una soluzione pacifica del conflitto; progetto per ora ancora nelle sue linee generali, ma che ad oggi rappresenta l'unica proposta concreta esistente. Per questo oggi ridare la parola ad Ocalan rappresenta un contributo importante nella ricerca di un percorso di pace, a prescindere dalle feroci dichiarazioni provenienti dalle autorità turche.






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