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Ingombranti inesistenze



Lavori in corso

Lavorano, abitano nelle nostre metropoli, hanno un titolo di studio e una cultura, insomma vivono; eppure, per la legge, non esistono. O non dovrebbero esistere. Sono gli immigrati "irregolari", colpevoli del reato di clandestinità dallo scorso agosto, introdotto con il famigerato pacchetto sicurezza del governo Berlusconi.
Il Naga, storica associazione volontaria di assistenza sociosanitaria per i diritti di stranieri e nomadi, con il quale da anni condivido tante battaglie, ha pubblicato pochi giorni fa il rapporto «Ingombranti inesistenze» che fotografa l'universo dell'immigrazione irregolare. Cogliendone aspetti anche molto sorprendenti. Attraverso i dati raccolti tra il 2000 e il 2008, infatti, da 47500 utenti dell'associazione, tre ricercatori hanno avuto modo di sfatare alcuni luoghi comuni sulla popolazione straniera senza documenti: in particolare il tasso di occupazione e il livello di istruzione dei "clandestini" è equiparabile, e in alcuni casi superiore, a quello degli italiani. Nello specifico il 62 per cento del campione analizzato è occupato e il tasso di occupazione, dopo tre anni dall'arrivo nel nostro paese, è del 76 per cento: in Lombardia, per gli "autoctoni" è pari al 71 per cento, mentre il dato nazionale è del 59 per cento. Dunque hanno più voglia di lavorare di noi, per così dire, e ribaltare uno stereotipo diffuso.
Ancora, per quanto concerne l'istruzione, il Naga ha verificato che più della metà delle persone oggetto della ricerca ha frequentato le scuole superiori e che il 10 per cento ha una laurea. Di qui emerge anche il dato sulla dequalificazione professionale per chi arriva in Italia: il 70 per cento delle donne in possesso di istruzione universitaria, ad esempio, lavora come collaboratrice domestica. Relativamente alla condizione abitativa, quasi il 12 per cento delle donne vive presso il datore di lavoro e oltre il 7 per cento degli uomini e il 4 per cento delle donne vive senza fissa dimora. L'utenza Naga che può permettersi un affitto vive in condizioni di sovraffollamento della casa più di tre volte superiori a quelle dei cittadini italiani. Questi sono ovviamente solo alcuni dei dati salienti del secondo rapporto Naga, che rappresenta una banca dati di inestimabile valore.
Il testo integrale e tutto il materiale relativo è scaricabile dal sito del Naga, all'indirizzo: www.naga.it; vi consiglio la lettura di questo dossier e mi permetto di chiedervi di sostenere la causa dell'associazione, che ha uno dei tre ambulatori per stranieri attivi a Milano e svolge un ruolo fondamentale rispetto alla difesa dei diritti di migranti e rom.
Il rapporto è corredato, infine, dalle "storie" delle persone che si rivolgono agli sportelli del Naga. Come quella di M., 32 anni, egiziano, che racconta: «Lavoro anche dieci ore al giorno, guadagno 70/75 euro al giorno, ma non tutti i giorni. Lavoro anche se sono malato...Gli italiani credono che i musulmani siano tutti ladri, terroristi...mi è capitato che le persone cambiassero strada al mio arrivo, hanno paura...».
O come la testimonianza di una delle tante badanti che vivono a Milano e accudiscono i nostri anziani, F.C., ucraina, 45 anni: «Prima lavoravo in una famiglia dove lavoravo dalle 8 di mattina alle 8 di sera e mi pagavano solo 500 euro, attualmente mi prendo cura di una signora anziana malata di Alzheimer. Vivo con loro, lavoro dalle 9 di mattina alle 9 di sera e anche la notte sono a disposizione: dormo vicino alla signora e se ha bisogno di qualcosa ci penso io. Mi danno 1000 euro al mese, mi trovo bene, in Ucraina ci sono otto persone che, ogni mese, aspettano i miei soldi...».






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