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La prescrizione rischia di bloccare tutto. Una vergogna tutta italiana



Liberazione, articolo sul processo Eternit, di Vittorio Agnoletto e Alberto Deambrogio

"L'unica battaglia che si perde è quella che non si fa". E' con questo spirito, quello battagliero delle madri di Plaza de Majo, che abbiamo partecipato al presidio davanti al Palazzo di Giustizia di Torino in occasione dell'apertura del processo ‘Eternit'. Un processo di enorme importanza, che ha portato sul banco degli imputati i responsabili delle multinazionali svizzere e belghe produttrici di amianto. Questo inizio è di per sé un risultato. Non vanno dimenticati infatti l'enorme lavoro, le lotte, i tentativi e le sconfitte, che in anni e anni si sono accumulati. Senza quel patrimonio e quella accumulazione di esperienza, plasticamente presenti a Torino attraverso gli striscioni delle associazioni italiane ed europee di lotta all'amianto, il processo di oggi non si sarebbe mai potuto celebrare.I lavoratori, le lavoratrici, i familiari delle migliaia di vittime di Casale Monferrato, del Piemonte, di altre regioni d'Italia e d'Europa hanno reso possibile, associandosi, un percorso verso la verità e la giustizia. Persino il principale imputato svizzero, sotto la loro pressione, è stato obbligato ad avanzare una proposta di risarcimento: una proposta risibile e che in ogni caso non inficerà il processo penale. Un cinico e distaccato silenzio ha caratterizzato invece l'azione del principale responsabile belga. Un silenzio, fatto assai grave, che purtroppo ha contraddistinto anche il Governo italiano assolutamente assente alla prima udienza.Forse quella assenza non è stata casuale e non è dovuta solo a una negligente disattenzione verso una esemplare richiesta di giustizia. Appare sempre più chiaro, infatti, che i Ministri berlusconiani portano le loro attenzioni solo dove Confindustria decide di convogliarle. Se il processo Eternit di Torino è poca cosa, molto più importante per loro è metter mano al Testo Unico relativo alla sicurezza sul lavoro, per stravolgerlo in senso negativo, per eliminare persino il minimo baluardo di difesa delle sanzioni penali per chi non rispetta le norme. Per loro la storia, la tragica storia dell'Eternit, va relegata al passato, è muta nell'oggi.Il Governo e l'intero Parlamento dovrebbero poi concentrarsi, anche se tutto pare andare in senso opposto, intorno ai gravi limiti della nostra legislazione penale e, in particolare, sul tema delle prescrizioni. Molte persone, vittime e parti civili, rischiano di veder annullata la loro posizione proprio perché, oggi, la durata del processo (e questo durerà anni) non fermerà i tempi della prescrizione. Una vergogna tutta italiana su cui invitiamo tutti i parlamentari a riflettere attentamente. Sappiamo bene che, se anche l'attuale legge cambiasse in meglio e fosse più equilibrate nelle garanzie che offre alle parti lese, essa non potrebbe essere retroattiva e riguardare quindi il processo in corso. Sappiamo però che in futuro ci potranno essere processi ‘Eternit' bis o ter. Su quelle nuove richieste di giustizia non dovrà più pesare l'assurda spada di Damocle della prescrizione.Torino ieri non guardava solo a Roma, ma anche all'Europa per una duplice serie di motivazioni.La Commissione Europea ha reinserito nei giorni scorsi, su evidente pressione di gruppi multinazionali, una inaccettabile deroga per l'utilizzo dell'amianto. Si tratta di una finestra velenosa perché allude a una strategia più generale tesa a riaffermare il diritto di produzione e utilizzo di un materiale mortale secondo valutazioni scientificamente comprovate a livello mondiale.L'impegno deve essere dunque quello di fermare tale opzione. Il Parlamento europeo ha la possibilità, nelle prossime settimane, di votare in modo contrario alle deroghe. Il nostro impegno sarà in quel senso e ci vedrà attivi al fine di convincere la maggioranza di quel consesso a fare altrettanto senza doppiezze. In questo caso non saremo disponibili a votare accordi, che, pur migliorando il testo della Commissione, rimandino comunque nel tempo la scelta di mettere al bando definitivamente ogni forma di utilizzo dell'amianto.Infine vogliamo annunciare, insieme alle associazioni e un gruppo di avvocati, una mobilitazione che avverrà nelle prossime settimane presso la sede della multinazionale belga ‘Etex' a Bruxelles. Sarà, quella, l'occasione per denunciare direttamente in loco l'insopportabile silenzio di uno dei maggiori responsabili della tragedia dei morti per amianto.






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