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Amianto: cerchiamo di convincere la Commissione UE



Lavori in corso - Europa in movimento n.78

Vi avevo raccontato della decisione della Commissione Europea di prorogare la deroga al divieto di immissione sul mercato ed uso di fibre di amianto, concessa solo ad alcune industrie. Una scelta molto discutibile e stabilita senza consultare la società civile, le associazioni dei lavoratori, i consumatori, che ci spinse a presentare un’interrogazione parlamentare. Oggi l’esecutivo Ue ci risponde: sostenendo che non siano comprovati scientificamente i danni ed i pericoli sulla salute e che non esistano alternative conosciute!

 

Lo scorso febbraio vi parlai da questa rubrica della deroga al divieto di immissione sul mercato e dell’uso di fibre di amianto e di prodotti cui queste fibre sono aggiunte intenzionalmente. È un tema importante e drammaticamente attuale: le malattie e le conseguenze anche mortali dell’esposizione all’amianto sono un aspetto del problema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Che l’Europa sembra sottovalutare…
Riassunto delle puntate precedenti: esiste una direttiva europea, la numero 77 del ’99, che vieta ogni uso dell’amianto a partire dal 1° gennaio 2005;  ma vi era una deroga, ovvero una concessione limitata solo ad alcune aziende, per determinate produzioni industriali, che scadeva il 1 gennaio 2008. Senza consultare le associazioni degli esposti, né i consumatori, né alcun altra componente della società civile, ma ascoltando unicamente le opinioni delle aziende produttrici di amianto, la Commissione europea decise di posticipare tale termine. Il motivo della deroga? Un tavolo composto da imprese (!) e relativi stati membri dimostrò che esistono sostituti dell’amianto solo per le installazioni ad alta tensione ma non per quelli a bassa tensione. Con Roberto Musacchio, quindi, abbiamo presentato un’interrogazione alla Commissione Europea, nella quale chiedevamo: «Non ritiene la Commissione che, nonostante la mancanza di interlocuzione con le associazioni dei lavoratori, dei consumatori e dell'ambiente in genere, si siano anteposti gli interessi delle industrie a quelli della salute dei lavoratori e dei cittadini?».

Pochi giorni fa, ecco la risposta – davvero importante - dell’esecutivo di Strasburgo ai nostri quesiti. La Commissione sostiene che non siano comprovati scientificamente i danni ed i pericoli sulla salute e che non esistano alternative conosciute! «Le motivazioni alla base della decisione di prorogare la deroga – si legge infatti nel testo della risposta - riguardavano, in primo luogo, la mancanza di prove relativamente ai rischi per la salute umana risultanti dal funzionamento degli impianti esistenti (sulla base del monitoraggio da parte delle autorità nazionali, nonché sui dati misurati forniti dalle aziende interessate) e, in secondo luogo, la mancanza di alternative adeguate ai diaframmi contenenti asbesto e utilizzati in impianti di elettrolisi» e «Qualora la Commissione venga informata del fatto che una delle due circostanze indicate prima non si verifichi, essa interverrà immediatamente per porre fine alla deroga. La Commissione accoglie pertanto favorevolmente e in qualsiasi momento la presentazione di prove relative alle due circostanze indicate prima».

Esiste dunque la possibilità di continuare a fare pressione per contrastare questo provvedimento, contestando in modo puntuale le motivazioni espresse dalla Commissione, con l’obiettivo di preparare un’altra interrogazione o indire una petizione.

Ora tocca alla società civile, alle centinaia di persone che conoscono l’amianto e i suoi rischi, riuscire a produrre del materiale utile per “convincere” la Commissione.

Chi avesse informazioni utili e voglia di impegnarsi in prima persona può contattarmi all’indirizzo mail segreteria@vittorioagnoletto.it

 






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