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Scandaloso che il Comune spenda soldi per uno strumento inutile. E intanto tagli i contributi per le unità di strada



Sul kit antidroga


«SCANDALOSO CHE IL COMUNE SPENDA SOLDI PER UNO STRUMENTO INUTILE.
E INTANTO TAGLI I CONTRIBUTI PER LE UNITÀ DI STRADA: QUELLE SÌ CHE AIUTANO I RAGAZZI, NON AVERE DEI GENITORI-CARABINIERI»

Milano, 10 marzo 2008 - «La giunta di Milano ha trasformato in un pericoloso e demagogico spot elettorale, e per di più a spese dei cittadini milanesi, la lotta contro i rischi che possono derivare dall'uso delle droghe. Il kit antidroga – dichiara l’eurodeputato Vittorio Agnoletto, già presidente della Lega italiana per la lotta contro l’AIDS – è uno strumento perfettamente inutile e anzi deleterio: in primo luogo perché dà per scontato un ruolo da carabinieri per i genitori, che fortunatamente in genere non corrisponde alla realtà delle famiglie cittadine. La tossicodipendenza è un problema serio, non è il caso di gettare nel panico migliaia di famiglie e ragazzi con informazioni superficiali e generiche che rischiano di creare inutili allarmismi. Inoltre il kit antidroga non ci dice niente della persona, non dice niente degli stili di vita e delle abitudini dell’eventuale consumatore di sostanza: è parlando con un ragazzo che si scopre il suo mondo, i suoi problemi. Credete che chiedere a un giovane di sottoporsi a un test per sapere se si è fatto una canna sia una strategia efficace, utile, che rafforza il rapporto genitori-figli? La verità è che il kit antidroga è una trovata demagogica e populista, che arricchisce le case farmaceutiche (i cui utili, mi permetto di dire, non avrebbero certo bisogno di essere rimpolpati dalle amministrazioni locali), e riflette le scelte ideologiche della giunta Moratti in materia di tossicodipendenze. Sono certo che le famiglie milanesi si rendono conto di questi paradossi: la prevenzione è in primo luogo un problema culturale, il kit antidroga servirà solo eventualmente a creare rotture e drammi famigliari. Cosa faranno i genitori che scopriranno che il proprio figlio ha fatto uso di una sostanza?  Vogliamo far credere ai milanesi che un giovane che si è fatto uno spinello debba essere “marchiato” dai propri genitori come “drogato”? Allo stesso tempo l'amministrazione milanese  abbandona a se stessi coloro che purtroppo già fanno uso di sostanze e li si priva di servizi e strumenti che potrebbero veramente salvare delle vite.
Infatti gli interventi utili a chi già fa uso di sostanze sono stati tagliati: il Comune non fa più la manutenzione delle macchinette scambia siringhe, che permettono a chi fa uso di sostanze di non ammalarsi e non creare pericoli per la società, con le siringhe usate gettate nei parchi o per strada. Perché non ci si occupa delle unità di strada, degli operatori che aiutano ogni giorno e ogni notte i tossicodipendenti, e non si stanziano più fondi per aiutare questi progetti?
Tanto si è polemizzato sulle narcosale, eppure quelle sì sono un intervento salvavita e fanno parte di una strategia complessiva di lotta alle tossicodipendenze che ha avuto successo in molti Paesi europei
A Milano, con la Moratti, sembra di tornare indietro di vent’anni nella lotta alle tossicodipendenze: repressione e tolleranza zero come uniche risposte ad un problema complesso».




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