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Buone notizie dall'India



Lavori in corso - Europa in movimento n.52

In pieno agosto, è passata quasi sotto silenzio la sentenza sulla causa intentata da Novartis contro il governo indiano. Che ha visto respinto il ricorso della multinazionale svizzera: la «farmacia dei Paesi poveri» non chiude i battenti.
 
India batte Novartis 1 a 0. La buona notizia è arrivata nel pieno del mese di agosto, direttamente dall’India: il tribunale di Chennai ha bocciato il ricorso dell’azienda farmaceutica Novartis contro il governo indiano, permettendo la produzione di una versione generica del Glivec, un farmaco per la cura di alcuni tipi di leucemie.
Come ricorderete - ve ne avevo parlato da questa rubrica lo scorso marzo - , la compagnia svizzera contestò la legge indiana che riconosce un prolungamento dei brevetti delle aziende farmaceutiche solo ed esclusivamente in presenza di miglioramenti significativi. In tutti gli altri casi, il brevetto è destinato a decadere, con la conseguente possibilità per l’industria nazionale indiana di produrre la versione generica (quindi sensibilmente meno cara) di quello specifico medicinale.
Associazioni, Ong, e Parlamento Europeo si sono mobilitati per sostenere il governo indiano che, proprio grazie alla suddetta legge, continua a svolgere un ruolo cruciale nel fornire medicine a prezzi accessibili agli stati più poveri, in particolare ad alcuni Paesi africani. Medici Senza Frontiere è l’organizzazione che è riuscita a dare slancio alla campagna globale, raccogliendo oltre 420mila firme di persone decise a salvare la «farmacia dei Paesi poveri».
In gioco c’era non solo il Glivec, ma il rischio che venisse impedita anche la produzione di versioni generiche di farmaci fondamentali per la cura dell’HIV/AIDS.
Ebbene, lo scorso 6 agosto, la Corte Indiana ha ritenuto prive di fondamento le accuse del colosso farmaceutico. Secondo il tribunale, Novartis, se vuole insistere nelle sue richieste, deve eventualmente ricorrere agli organismi di regolazione delle dispute del Wto e denunciare in quella sede il governo indiano. I giudici hanno inoltre stabilito, cosa ancora più importante, che «l'obiettivo della legge indiana è quello di aumentare l'accesso dei cittadini a farmaci salva vita». La norma sarebbe dunque perfettamente in linea con gli aspetti formali dei documenti approvati dall’Organizzazione mondiale del Commercio. La Dichiarazione di Doha, su Trips (accordi Wto sul commercio in materia di proprietà intellettuale, ndr) e salute pubblica, firmata nel 2001 da tutti i membri del Wto, sancisce infatti il diritto a proteggere la salute pubblica e a garantire alla popolazione l’accesso ai farmaci indispensabili.
Ma, come si sa, il comportamento concreto del WTO fino ad oggi è sempre andato in altra direzione. Per ora, comunque, la Novartis e tutte le multinazionali farmaceutiche hanno subito una forte sconfitta. La partita certamente non è conclusa ma senza dubbio è stato raggiunto un importante risultato.






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