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Genova, chiediamo un incontro urgente al procuratore capo. Subito un'indagine contro chi avrebbe dovuto custodire le molotov.



 

«CHIEDIAMO UN INCONTRO URGENTE
AL PROCURATORE CAPO FRANCESO LALLA.
SUBITO UN'INDAGINE CONTRO CHI AVREBBE DOVUTO CUSTODIRE LE MOLOTOV.
Cos'altro aspetta il governo per avviare la Commissione d'inchiesta?

Genova, 18 gennaio 2007 - «Non capita sovente di assistere ad un gioco di prestigio dove improvvisamente due molotov prima compaiono dal nulla e poi nel nulla scompaiono. Il prestigiatore, ossia i vertici delle forze dell'ordine, meriterebbero un plauso collettivo.
Se non fosse che il risultato di questo spettacolo non richiesto è stato il pestaggio selvaggio ed il ricovero in ospedale di una novantina di giovani.
Le due bottiglie molotov, sono quelle che la polizia piazzò all´interno della scuola Diaz con l’obiettivo di accusare i 93 no-global ospiti dell´istituto di via Battisti.
Ci troviamo di fronte all’ultimo episodio di una strategia volta a non far concludere il processo in corso, e pertanto chiediamo un incontro urgente con il procuratore di Genova Francesco Lalla, a cui chiederemo di aprire un’indagine per individuare le responsabilità di coloro che dovevano custodire le molotov.
Siamo di fronte al disperato tentativo di contrastare l’ineluttabile condanna di chi ordinò la sanguinosa irruzione nella scuola Diaz, costruita a tavolino per colpire il Movimento e per distruggere le testimonianze contenute nei computer del Genoa Social Forum.
Le bottiglie incendiarie sono una delle chiavi di volta di questo procedimento, la prova più eclatante della montagna di imbrogli architettati dalla Polizia di Stato. Le due molotov erano state sfacciatamente mostrate ai giornalisti durante la conferenza stampa organizzata in questura la mattina successiva alla violenta irruzione.
A maggior ragione di fronte ad un simile evento la maggioranza di centro sinistra non può più sottrarsi all’istituzione della commissione parlamentare di inchiesta sul G8. Commissione che dovrà individuare anche le responsabilità di chi allora dirigeva le forze dell'ordine, gli stessi che oggi dirigono i tentativi di occultamento delle prove che inchioderebbero alle loro responsabilità gli uomini della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza.




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