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De Palacio conferma: non ci sono i fondi. Requiem per l'alta velocità



Dopo l'audizione della responsabile per il Corridoio 5 alla commissione Trasporti


Bruxelles, 22 febbraio 2006 - «Sono molto preoccupata per la mancanza di fondi» ha dichiarato Loyola de Palacio, ex commissaria europea ai Trasporti e attuale responsabile europea per il Corridoio 5 Lisbona-Kiev, ascoltata oggi a Bruxelles dalla commissione Trasporti del Parlamento europeo.
«La redditività (della tav, ndr) si valuterà sui decenni, forse anche su tempi più lunghi», le ha fatto eco Paolo Costa, presidente commissione trasporti.
«Viene così confermato - commenta Vittorio Agnoletto, europarlamentare della Sinistra unitaria europea - , proprio da alcuni dei massimi supporter della tav, quanto stiamo sostenendo da tempo: ad oggi i fondi europei per la Torino-Lione non ci sono, secondo quanto stabilito dal Consiglio europeo (per le prospettive finanziarie 2007-2013) del 15 dicembre 2005, con il sostegno dei governi di tutti e 25 i Paesi; né vi saranno vantaggi concreti a meno di ragionare sui secoli, ma forse, chi lo sa, allora saranno disponibili altre soluzioni più economiche ed ecologiche...
Tutti coloro che anche recentemente hanno dichiarato che era necessario procedere urgentemente con i lavori, altrimenti l'Italia avrebbe perso i soldi dell'UE, hanno quindi  dichiarato il falso o per lo meno sono stati degli sprovveduti.
Lo scopo era probabilmente quello di spezzare la volontà della popolazione e di accusare i valsusini di far perdere risorse economiche all'Italia. È evidente che quest'obiettivo è fallito.
La popolazione non vuole la tav e i soldi non ci sono.
In tale situazione - conclude Agnoletto - , qualunque persona di buon senso opterebbe per l'unica soluzione possibile: potenziare la ferrovia esistente, con costi oltre dieci volte minori ed evitare la costruzione di 52 chilometri di galleria, con i relativi rischi ambientali e sanitari. L'unico scotto da pagare sarebbe un ritardo di 30 minuti per le merci sul percorso del Corridoio 5 da Budapest a Lione. Un prezzo troppo alto di fronte al risparmio di miliardi di euro e di possibili tumori provocati da amianto ed uranio?».





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