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Sulla candidatura di Veronesi: perchè dobbiamo sempre farci del male?



        


Milano, 6 settembre 2005 – «Il consenso di Veronesi verso la politica sanitaria di Formigoni non é un'esternazione estemporanea, né semplicemente una dichiarazione leggermente sopra le righe; ma é l'ennesima coerente manifestazione di consenso da parte dell'auto-candidato sindaco verso una politica di privatizzazione dei servizi sanitari.

Già da ministro della Sanità non perse occasione per manifestare il suo dissenso verso l'operato di chi l'aveva preceduto e verso provvedimenti finalizzati alla difesa della sanità pubblica e del Servizio Sanitario Nazionale. Non è quindi un caso che oggi dichiari la sua vicinanza a chi, come  Formigoni, fin da allora svolse il ruolo del massimo avversario della riforma Bindi.

Da anni tutta l'opposizione lombarda ha criticato pesantemente il modello sanitario formigoniano che ha prodotto la perdita di oltre 2000 posti letto pubblici e la contemporanea apertura di altrettanti nuovi posti letto in strutture private, oltre a infiniti tempi di attesa (anche  mesi  per poter eseguire importanti esami diagnostici o necessari interventi chirurgici) e all'introduzione dei vessatori ticket sanitari.

Contro questo modello di sanità e in particolare contro i ticket sono state raccolte decine di migliaia di firme da tutta l'opposizione attorno ad una proposta di legge; proprio la sanità è stata individuata come l'elemento centrale di conflitto con la destra nelle recenti elezioni regionali. Com'è possibile che parte importante della coalizione di centrosinistra possa pensare di farsi rappresentare da chi, parte integrante egli stesso della sanità privata regionale, elogia il modello formigoniano?

Condivido quanto richiesto da diverse associazioni milanesi: prima di discutere dei nomi è necessario confrontarsi sul programma e sugli obiettivi della coalizione; proprio per questo nessuno puo' evitare di prendere  sul serio le  dichiarazioni di un potenziale candidato».





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