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Novartis, la salute in mano al mercato



Liberazione

Bene ha fatto Liberazione a rilanciare lo scandalo del vaccino H1N1 acquistato ad occhi chiusi da molti governi, compreso quello italiano, per contrastare un'epidemia mediatica creata ad arte dalle multinazionali farmaceutiche per fare affari sulla pelle dei cittadini.È triste, ma noi italiani non ci siamo meravigliati: siamo il Paese della S.Rita, delle nomine lottizzate e delle tangenti; dove nelle commissioni ministeriali che assegnano i fondi per la ricerca stanno professori che partecipano ai bandi e che sono consulenti delle aziende farmaceutiche; dove i vertici della sanità pubblica assegnano ricerche a fondazioni delle quali sono presidenti...
Allora il fatto che il ministro del welfare (già salute) e la direttrice generale di Farmindustria siano sposati e possano trattare i loro affari - gli affari di tutti noi - nel talamo nuziale passa quasi inosservato.Non si scandalizza la politica istituzionale, abituata a queste "coincidenze"; non ne parlano, salvo poche, solite eccezioni, i giornalisti del settore sanitario. Non osano contraddire la narrazione mediatica nemmeno i ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità, qualcuno è apparso anche in tv a raccontarci la gravità della nuova pandemia...
Questa è l'Italia: chi lavora nella sanità conosce le regole non scritte, se si vuole fare carriera. La cosa che più colpisce è che a tale gioco si siano prestati quasi tutti i governi e anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità.È il potere dell'industria farmaceutica: dal 2003 è al secondo posto (fino al 2002 era al primo), dopo l'industria bellica, negli Usa e in Europa, tra i settori produttivi, per la distribuzione dei dividendi ai propri azionisti; solo il 20 per cento del bilancio di questi colossi viene destinato in media a ricerca e sviluppo, mentre oltre il 30 per cento finanzia le azioni di lobby. In occidente la ricerca farmaceutica è nelle mani dei privati; poche aziende controllano il mercato e agiscono come un cartello; spesso la cura di una patologia richiede l'assunzione di più medicinali prodotti da aziende diverse o di singoli farmaci dai composti chimici brevettati da diversi laboratori; ciò spiega l'assenza di competizione e la crescita dei prezzi.
La ricerca sui vaccini è ancora più scandalosa. È una valutazione economica: conviene investire in un vaccino che una volta assunto rende inutile una terapia o nella ricerca di una terapia in grado ad esempio di cronicizzare una patologia e "legare" il paziente ai prodotti di quell'azienda? Se la patologia è diffusa per lo più in Africa, non si investe nel vaccino perché non c'è mercato; se si diffonde anche nell'emisfero nord ed è a veloce evoluzione, un vaccino rende più di una terapia di breve durata (vedi H1N1).
Gli affari delle aziende sono poi assicurati dagli accordi TRIPs sui brevetti stabiliti dall'Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) che garantiscono ad ogni azienda che immette sul mercato un nuovo farmaco il monopolio nella produzione per vent'anni; questo accordo fa sì che i prezzi possano essere oltre trenta volte maggiori dei costi di produzione e ricerca. Chi non può pagare resta senza farmaci e con i morti.Nel Wto i farmaci sono trattati come ogni altra merce e nel suo Consiglio l'Oms non ha diritto di voto, svolge il ruolo di osservatore.Anche sullo sviluppo delle politiche sanitarie l'Oms è stato soppiantato dalla Banca Mondiale (Bm) e dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi) che non sono opere di carità e rispondono ai loro azionisti, i Paesi ricchi.
Quando nacque, nel 1948, i principi dell'Oms erano: il godimento del più alto livello di salute possibile come diritto umano fondamentale; la salute come stato di completo benessere fisico, mentale, sociale e non solo assenza di malattia; la responsabilità dei governi nazionali di tutelare e promuovere la salute. Nel ‘77 l'Oms lanciò l'obiettivo «salute per tutti entro il 2000» come parte integrante dello sviluppo sociale ed economico di ogni Paese. Oggi, dopo trent'anni di liberismo, quei principi sono stati ribaltati. L'Oms è ridotta a poco più di un'immagine, con molti suoi esperti che forniscono consulenze anche ad aziende private o a Bm e Fmi. E la salute collettiva è diventata una variabile dipendente dal profitto di pochi, grandi potentati economici.





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